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4. Da Almese, Avigliana e Giaveno



 

Da Almese a Drubiaglio

La partenza è situata all’estremità di Piazza Martiri, presso lo storico lavatoio. Voltando le spalle alla piazza si gira a destra e, superato il vecchio ponte sul Torrente Messa, ci si immette in via Rocci percorrendola fino in fondo. Giunti in prossimità del successivo ponte sul Torrente Messa non lo si attraversa ma si prosegue per via S. Mauro fino a giungere al Ricetto di S. Mauro, gioiello medievale valsusino del sec. XI. Sorto come complesso monastico è divenuto in seguito borgo fortificato destinato alla custodia dei beni della comunità da difendere in caso di assedio. Spicca all’interno del Ricetto (visibile da molto lontano) la Torre, un tempo campanile, di quasi 30 metri d’altezza.
Poco prima del borgo medievale, in prossimità di un ampio parcheggio, si svolta sulla destra fino a costeggiare il campo sportivo di Almese. Appena oltrepassato il ponte sul Messa, svoltare subito a sinistra dove una stradina sterrata, costeggiando l’argine destro del Torrente, attraversa la campagna pervenendo ad un incrocio (via dei Suppo): da qui, seguendo la direzione sinistra, si raggiunge la borgata Drubiaglio (dove, dopo un ponticello, la medesima strada prende il nome di “via del Messa”). Tramite via Blandino si arriva quindi nel cuore della frazione, nella piazzetta della parrocchia dedicata a S. Anna (risalente al 1753) al cui interno è visibile una statua lignea dedicata alla Madonna della Cintura, datata 1600.

Da Drubiaglio al Lago Piccolo di Avigliana

Lasciata la chiesa di Drubiaglio alle spalle, si percorre via don Marco Cravotto (ad un incrocio pilone “ëd Chi ëd Rusulia”) fino a raggiungere “Cascina del Conte”, antico casolare posto in mezzo alla pianura che si estende alla base del Monte Musinè. Poi il tracciato si dirige verso la SS 24, la attraversa, arriva fino a ridosso dell’autostrada A 32, per poi continuare verso la rotonda sulla SS 24 da dove si raggiungere l’abitato di Case Isabello e subito dopo di Malano. In quest’ultimo borgo si consiglia una sosta presso il sito archeologico dell’antica stazione romana “Statio ad Fines”.
Ritornati verso l’autostrada la si segue fino ad incontrare una sbarra, poco prima della Provinciale per Almese. Da lì svoltare a sinistra verso il Ponte Dora. Poco prima del ponte svoltare a sinistra e, dopo pochi metri, si raggiunge la nuova passerella che permette di oltrepassare il fiume.
Sempre mantenendo la direzione sinistra, si segue quindi l’argine del “Canale FIAT” fino al secondo ponte dove, dopo aver attraversato il canale, si percorre un viale alberato (pioppi) che, poco oltre, permette di sottopassare la circonvallazione di Avigliana (corso Europa) e di arrivare in un’area commerciale e di villette a schiera.
Si attraversa via Falcone, si percorre la ciclabile tra le abitazioni e si arriva in via dei Testa dove si svolta a sinistra.
Si attraversa la SS 25 nei pressi del vecchio sottopasso ferroviario e si svolta subito a destra verso la stazione ferroviaria di Avigliana.
Dal nuovo piazzale della stazione si prosegue lungo via Carnino transitando nei pressi del Centro Culturale Polivalente “La Fabrica” (via IV Novembre). Dopo circa 100 metri, proseguire in via XXV Aprile, fino alla zona industriale tra Avigliana e S. Ambrogio, dove un tempo aveva sede lo stabilimento della “Dinamite Nobel”, ora anche sede di un Ecomuseo.
Si segue quindi nell’ordine viale Nobel e, appena dopo la rotonda di via Galiniè (sulla sinistra dell’Ecomuseo), si prosegue ancora per 200 metri sulla medesima via. Si svolta quindi a destra in via Primo Levi e poi, a sinistra, in viale dei Mareschi. Si prosegue per 150 metri circa e si svolta a destra in via Valloia, seguendo la pista ciclabile che costeggia la parte nord-ovest della nuova zona industriale, per raggiungere via Presidenta e, al termine della via, svoltando a sinistra in via Prole, si arriva all’ingresso del Parco Naturale dei Laghi di Avigliana.
La pista che si apre al termine di via Prole (area picnic) attraversa la Palude dei Mareschi e conduce alla baia prossima alla sede amministrativa del Parco Naturale con adiacente capanno d’osservazione e fontanella, sulle rive del Lago Grande.
Svoltando a destra si perviene alla borgata Grignetto (anche chiamata l’“Izula ‘d San Grinfun”), borgo dal sapore antico nel cui centro troneggia ancora un monumentale pozzo che s’incontra poco dopo esser passati sotto un arco in muratura fra le case, poco prima di transitare dinnanzi a un più recente pilone votivo.
Dal pilone si svolta a sinistra e si percorre via Monginevro fino a incontrare la provinciale che sale a Giaveno. Poco dopo, sulla sinistra salendo, si stacca una bianca stradina. Dopo alcuni metri, svoltando successivamente a destra, si arriva alle sponde del Lago Piccolo (capanno d’osservazione); da qui, lungo il sentiero lungolago, ci si porta all’area F.I.P.S. sul lato opposto dello specchio lacustre (bar e area pic-nic).

Dal Lago Piccolo di Avigliana a Giaveno

Lasciata l’area F.I.P.S. una carrareccia permette di costeggiare la borgata S. Bartolomeo, altro pregevole borgo risalente all'XI secolo, con pozzo in mattoni adiacente ad una suggestiva chiesetta romanica (da restaurare) con campanile mozzo, oggi sconsacrata. All’interno della chiesetta dedicata all’omonimo santo si trova una serie di affreschi quattrocenteschi purtroppo molto deteriorati. Si continua quindi sulla sterrata che segna il limite della Torbiera di Trana, dove alcuni scavi hanno portato alla luce interessanti fossili animali e tracce di insediamenti preistorici, per arrivare alla borgata Cordero, nucleo un tempo densamente popolato in cui spicca la graziosa cappella di Maria Ausiliatrice e, nel prato antistante la stessa, la fresca “Fontana d’la Sarè”. Una curiosità di questo nucleo abitato è data dal confine fra il Comune di Trana (a sinistra della strada) ed Avigliana (a destra).
Poco prima della cappella una deviazione a sinistra permette di attraversare l’abitato, al termine del quale, dopo una leggera salita, una sterrata sulla destra conduce al cosiddetto “Bivio Tre Confini”, dove convergono i limiti territoriali di Giaveno, Trana e Avigliana. Mantenendo ancora la destra si arriva alla borgata Battagliotti, accolti dalla Cappella di S. Grato. Poco oltre, nei locali dell’ex scuola elementare, si trova ancora l’antico forno pubblico della comunità.
Dopo l’abitato un tratto asfaltato raggiunge quindi la Strada provinciale che sale da Avigliana, in località Benna Bianca.
La si attraversa per seguire un’antica mulattiera (strada vicinale Benna Bianca-Mortera), che s’inoltra fra i castagni fin sul costone al di sotto del quale si apre la piana di Giaveno. Svoltato a sinistra (via San Luigi) si giunge ad un incrocio con caratteristico pilone triangolare, dal quale, girando a destra, si può raggiungere la borgata Sala, dove si incontra il percorso proveniente da Giaveno.

Da Giaveno alla Sacra di San Michele.

Da Palazzo Marchini, sede del Municipio di Giaveno e prossimo al suo bellissimo parco storico ricco di piante secolari e di fontane (fra cui quella del “Mascherone”), ci si dirige verso Valgioie (a sinistra al semaforo vicino all’Istituto G. Pacchiotti); al successivo incrocio si svolta a destra verso la borgata Sala: qui, al fondo della piazza centrale, inizia via S. Francesco d’Assisi, che si percorre per un lungo tratto attraversando la piana della Gran Tourna, disseminata dei massi erratici appartenenti ai rilievi morenici compresi tra Giaveno e la Mortera.
Transitando nei pressi della Cascina Patuana, azienda agricola del territorio giavenese, e delle successive Case Vaj, si arriva alle Case S. Stefano dove s’incontra la Strada Provinciale che sale da Avigliana. Poche centinaia di metri e sulla sinistra si apre la deviazione per la Certosa di S.Francesco, antica clausura, oggi gestita dall’Università Internazionale della Strada e dal Centro Europeo per la Legalità, che offre soggiorni in una dimensione meditativa conciliata dalla cornice verde del luogo.
Dalla Certosa di S. Francesco ancora due tornanti e si giunge alla borgata Mortera, da cui parte il “Sentiero dei Principi”, strada realizzata intorno al 1836 e utilizzata quando dal Duomo di Torino furono traslate alla Sacra le salme di alcuni principi e principesse di Casa Savoia. In circa 15-20’ si perviene alla regione “Pian di Fan” (Cascina Pogolotti), poi la mulattiera inizia a salire. Poco dopo si entra in un ampio e scosceso vallone che si attraversa in leggera salita, per giungere alla zona delle cosiddette “Emme”, una serie di tornanti, al termine dei quali si è alla Punta dell’Ancoccia (Farò), bellissimo punto panoramico.
Ora il percorso svolta a sinistra e, con andamento pianeggiante, incontra la traccia proveniente da Valgioie dei Sentieri “Sacra Natura”. Da questo punto in poi il percorso digrada e in pochi minuti si arriva alla spianata del Colle della Croce Nera.

 

Pannelli installati lungo il percorso.

Clicca sull'immagine del pannello per aprire il file pdf.

Tratto di Almese

   
   
 

 

Tratto di Avigliana

   
   
 

 

Tratto di Giaveno