Geo-sit-ting. Percorso geoturistico della Valle di Susa in 18 tappe | Meridiani di Gianni Boschis | Geologia e turismo

Geo-sit-ting. Percorso geoturistico della Valle di Susa in 18 tappe

Novalesa. Ai piedi delle cascate

Novalese, circandata da 7 cascate, è un ideale punto di osservazione ed interpretazione del modellamento del paesaggio ad opera dell’erosione glaciale e torrentizia.

Susa. Fatte di pietre.

La visita del centro storico di Susa, dall’Arco di Augusto all’arena romana, passando per la Cattedrale, consente di scoprire gli utilizzi architettonici ed ornamentali della pietra locale, come il marmo di Foresto.

Foresto. Orrido ma bellissimo.

L’orrido di Foresto è una spettacolare fenditura scavata nella roccia dal Rio Rocciamelone, che si può risalire grazie ad una via ferrata.

Mattie. L’impronta del ghiacciaio a metà della valle.

Mattie costituisce un balcone naturale di grande interesse per l’osservazione del paesaggio in un tratto della valle ricco di testimonianze morfologiche dell’azione dei ghiaccai.

Chianocco. Prebec, una valle sospesa.

L’orrido di Chianocco è uno spettacolare esempio dell’azione idrogeologica su rocce calcare di antica origine corallina, con pareti strapiombanti di oltre 50 metri di altezza, calanchi e piramidi di erosione poco al di sopra della gola.

Bussoleno. Il marmo verde.

Bussoleno in passato è stata al centro di una fiorente attività estrattiva di pietra locale, dallo gneiss al marmo, ancora oggi testimoniata dalle numerose cave distribuite su entrambi i versanti.

Borgone. Calchi di pietra.

Alle spalle del borgo storico di Borgone si celano antiche cave di gneiss chiaro in cui si possono ancora ammirare alcune macine abbozzate nella parete rocciosa.

Villarfocchiardo. Le pietre della spelonca.

Straordinaria cava sotteranea di gneiss chiaro, con colonne intagliate per sostenere le volte rocciose.

Sant’Antonino di Susa. La fabbrica della calce.

Una antica calchera utilizzata per produrre calce dalle pietre calcaree della zona.

Condove. Mal d’Africa.

A Condove si può osservare il contatto tra rocce continentali di origine paleo-africana (gneiss) e le rocce dell’oceano preistorico (calcescisti e pietre verdi).

Vaie. L’età della pietra.

Vaie costidisce alcune cave di gneiss da cui venivano ricavate le macine da mulino.

Caprie. Il tesoro del Castello del Conte Verde.

Il tesoro del Castello del Conte Verde è il masso erratico custodito dentro le sue mura, edificate su di un’isola rocciosa che ha saputo resistere alle glaciazioni.

Sant’Ambrogio di Torino. Geologi all’ombra della Sacra.

La celebre Sacra di San Michele sorge sul Monte Pirchiriano, piramide di pietre verdi su cui sono evidenti i segni del modellamento del ghiacciaio che ne ha arrotondato e levigato le rocce.

Villardora. Geologia e archeologia.

Villardora rappresenta un geosito diffuso, con la dorsale della Seja che si è contrapposta all’azione dei ghiacciai, con l’antica attività estrattiva di argilla, e con gli usi della pietra negli insediamenti neolotici raccolti dal Museo Archeologico.

Avigliana. Tra colline moreniche e pietre da costruzione.

Avigliana, a distanza di circa 13.000 anni dall’ultima glaciazione, presenta chiaramente una netta impronta glaciale: colline moreniche a creste concentriche, laghi glaciali, massi erratici, rocce levigate e striate.

Almese. Goja del pis, una piscina naturale.

L’azione di erosione fluviale ha dato forma ad una sorprendente piscina naturale del diametro di circa 30 metri in cui il Torrente Messa si tuffa con una spettacolare cascata.

Caselette. Il Musinè, le rocce più profonde della Terra.

Il Musinè, alle porte della Valle di Susa, è, caso unico in tutte le Alpi, un frammento del mantello magmatico, che si trova al di sotto della crosta terrestre, ad oltre 50 km di profondità.

Pianezza. Il ghiacciaio alle porte di Torino

A Pianezza si può osservare il Masso Gastaldi, il masso erratico più grande della provincia di Torino, spinto alle porte di Torino dal ghiacciaio valsusino, oltre 13.000 anni fa.