Il tempo geologico | Meridiani di Gianni Boschis | Geologia e turismo

Il tempo geologico Posted gennaio 9, 2013 by admin

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L’alba dei tempi

Molti scienziati ritengono che l’inizio dell’Universo abbia avuto inizio circa 15 miliardi di anni fa in seguito ad una tremenda esplosione chiamata Big Bang. Si ritene che da allora l’universo sia in continua espansione e che tale fenomeno sia attivo ancora oggi; tuttavia la maggior parte degli studiosi che si occupano del fenomeno ritengono che alla fine lo spazio collasserà su se stesso (Big Crash).

A seguito del Big Bang le nubi turbinanti di gas si sarebbero addensate per gravità: da tali masse gassose avrebbero avuto origine le stelle e le galassie (tra gli 8 e i 7 miliardi di anni fa). I pianeti, compresa le Terra si sarebbero formate solo in un secondo momento dalle polveri e dai gas liberati dall’esplosione di stelle prossime all’estinzione.

4,5 miliardi di anni fa la Terra era una sfera ruotante di rocce ardenti liquefatte in lento raffreddamento. I gas che fuoriuscivano dalla primitiva superficie del pianeta formarono così le prime nubi, le cui piogge avrebbero in seguito formato gli oceani. Il Pianeta è rimasto privo di forme di vita per moltissimo tempo. Le prime forme di vita oggi riconosciute sono batteri costituiti da una sola cellula priva di nucleo (Archaeosferoides, Eobacterium – Sudafrica) e comparvero circa 3,2 miliardi di anni fa.

Nasce la vita

2,9 miliardi di anni ebbe inizio la liberazione dell’ossigeno negli oceani per effetto della diffusione di organismi simili alle alghe azzurre; l’ossigeno gassoso in atmosfera compare solo un miliardo di anni più tardi.
1 miliardo di anni: questa è la datazione dei primi fossili di organismi unicellulari dotati di nucleo (cellule eucariote) (Glenobotrydion aenigmatis, rinvenute in Australia).
I primi fossili di organismi pluricellulari, compaiono circa 700 milioni di anni fa. Sono organismi composti da un’associazione di più cellule eucariote, ciascuna delle quali si specializza nello svolgere una determinata funzione (Fauna di Ediacara – Australia).
Dopo circa 150 milioni di anni si assiste alla diffusione dei principali gruppi di invertebrati marini e alla comparsa dei primi vertebrati marini.

Un importante sconvolgimento planetario (440 milioni di anni fa) è il responsabile della prima grande estinzione nella quale scompaiono molluschi e coralli. La causa è da imputare ad una glaciazione innescata dal movimento dei continenti che provoca il raffreddamento dei mari.
Dopo poche decine di milioni di anni accade che i primi organismi “sbarcano” sulla terraferma: dapprima alcune piante, in un secondo tempo degli invertebrati, lontani parenti dei millepiedi, degli scorpioni e dei ragni.
Fanno in seguito la loro comparsa i primi insetti alati in grado di volare. Dopo poco compaiono i vertebrati marini sulla terraferma e si assiste alla comparsa dei primi anfibi.

Un altro grave sconvolgimento planetario (350 milioni di anni fa) provoca la scomparsa di circa il 70% delle specie marine e degli invertebrati terrestri.
Quando i vertebrati lasciano definitivamente l’acqua e iniziano a deporre le uova sulla terraferma compaiono i primi rettili (315 milioni di anni).

Tra i 290 e i 150 milioni di anni fa il grande continente (la Pangea) inizia a frammentarsi: un importante solco, orientato circa E-W, dà origine all’oceano della Tetide. Intanto il mondo animale subisce importanti trasformazioni con l’estinzione di circa metà delle famiglie conosciute.

Ascesa e caduta dei dinosauri e dei primi mammiferi

Nel frattempo (a partire da 245 milioni di anni fa), sulla terraferma, vanno affermandosi i rettili, animali dotati di caratteristiche più “evolute” rispetto agli anfibi.
Lentamente, per evoluzione da alcuni piccoli rettili, compaiono piccoli animali omeotermi (a sangue caldo) in grado di mettere al mondo figli vivi che vengono nutriti con latte: i primi mammiferi (210 milioni di anni fa).
Nello stesso periodo si registra l’estinzione di circa metà delle famiglie conosciute del mondo animale.
190milioni di anni fa si assiste alla lenta apertura dell’Oceano Atlantico centrale e lo scorrimento laterale dell’Africa nei confronti dell’Europa, fino alla completa formazione, tra le coste della paleo-Africa e quelle della paleo-Europa, del Bacino Ligure-Piemontese: un piccolo oceano da cui poi avranno origine le Alpi.

 

La lenta diversificazione all’interno dei gruppi di dinosauri (Saurischi) porta alla comparsa di animali nuovi, “innovativi”, gli uccelli (155 milioni di anni fa).
Con nuove condizioni geodinamiche al di sotto della crosta terrestre (130 milioni di anni fa), si arresta l’espansione del bacino Ligure-Piemontese. Lo sviluppo di una rottura determina la subduzione dell’oceano Ligure-Piemontese sotto la placca Adriatica e il progressivo restringimento dello stesso oceano.
La lunga fase di subduzione preclude una successiva collisione tra i continenti paleo-Africa e paleo-Europa.
La subduzione produce la graduale chiusura dell’oceano Ligure-Piemontese e la traslazione del continente europeo verso quello adriatico (o africano).
Nel momento in cui le due placche continentali iniziano la collisione, la subduzione si arresta, la catena si ispessisce e si espande sul piano orizzontale. Il processo produce generalizzate trasformazioni e deformazioni.

Circa 65 milioni di anni fa si assiste a una radicale trasformazione della popolazione animale.
Numerosi fattori (di carattere ecologico, climatico, morfologico, evoluzionistico) determinano il declino dei grandi gruppi “dominatori” durante il mesozoico; si estingue circa 1⁄4 delle famiglie conosciute del mondo animale: in mare scompaiono le Ammoniti e le Belemniti mentre sulla terraferma scompaiono i dinosauri.

Circa 2 milioni di anni fa la catena alpina è formata e presenta un assetto paragonabile solo nei tratti principali all’attuale; il suo margine padano si tuffa nel mare pliocenico che occupa pressappoco tutta l’attuale pianura padana. Il clima è caldo umido e favorisce lo sviluppo di ampie foreste.
Nelle rocce è registrato un cambiamento climatico importante: il mare si ritira gradualmente verso oriente per effetto del continuo sollevamento della catena alpina. Sta per cominciare una fase caratterizzata da un clima a toni più fortemente contrastati, con periodici sviluppi seguiti da ritiri di imponenti masse glaciali sulla terraferma. Circa 10.000 anni fa l’ultima imponente glaciazione ha donato alle Alpi l’assetto morfologico attuale.

E l’uomo?

I primi lontani progenitori della specie homo sapiens sapiens (cui noi indegnamente apparteniamo: ultimo tra i quali l’homunculus Boschensis) ci riconducono ai ritrovamenti di resti di Australopitecus (per gli amici Lucy), ben 3,7 milioni di anni fa.
Da allora in poi vedi schema di seguito:

Esperienza pratica

Spesso non si riesce ad avere una idea precisa del tempo quando si parla di “Milioni ” o “Miliardi” di anni. La durata della vita umana è un lasso di tempo brevissimo rispetto a queste grandezze. Così tutta la storia dell’uomo è racchiusa uno spazio di tempo minuscolo rispetto ai tempi geologici di sviluppo della terra, della vita, dell’evoluzione.

Cosa serve

• Cartoncino
• Compasso
• Taglierino e forbici
• Matite pennarelli colorati

Lo scopo di questa esperienza è di rendere visibile in senso fisico il tempo trascorso dalla formazione del nostro pianeta fino ad oggi. Disegneremo un orologio che raffigurerà i 4.600 milioni di anni di vita del nostro pianeta compressi nelle 12 ore del quadrante. Con questa analogia le prime forme di vita compaio verso le 4 (batteri e alghe). Alle 10.30 abbiamo una proliferazione di specie di invertebrati marini. I dinosauri compariranno alle 11.25 circa, i mammiferi 25 minuti dopo. Gli ominidi compariranno mezzo minuto prima delle 12.00. L’ultimo decimo di secondo di tutte le 12 ore copre la storia della nostra civiltà.

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